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Dei leader con una marcia in più

Questo periodo prolungato di crisi, recessione ed incertezza ha spento parzialmente molti leader facendoli sprofondare in uno stato di rassegnata attesa o di “stand by”.

In molte aziende i principali propulsori dell’impresa, gli imprenditori e i loro manager, hanno smesso di tracciare una strada e trainare i loro team e, in alcuni casi, si sono ritrovati anche a corto di idee applicabili ed iniziative concrete. Il ruolo di questi leader si è trasformato, seppur involontariamente, da “propulsori” a “spettatori”.

Restare ogni tanto in panne è normale. In un contesto economico sfavorevole, tanto più gli obiettivi sono ambiziosi, quanto più sarà probabile sperimentare grandi o piccoli fallimenti e incontrare difficoltà “insormontabili” in grado di generare demotivazione nei leader.

Ma un leader, quanto tempo può permettersi di restare in uno stato di “stand by” prima di rappresentare un freno ed una sorgente di rassegnazione per la sua organizzazione? La risposta è insita nel ruolo di una guida. Quanto tempo può resistere un gruppo senza una guida esperta durante una tormenta? Pochissimo tempo.

Per i leader c’è un tempo per delegare, un tempo per partecipare ed anche un tempo per attendere, ma questo è il momento in cui è necessario fare da guida, dare fondo a tutta la propria vitalità e a tutto il proprio carisma per infondere negli altri coraggio, senso di urgenza e volontà di agire. Qui ed ora servono il massimo livello di dedizione e perseveranza nell’ottenere e far ottenere gli obiettivi e le mete di gruppo. Senza questo tipo di approccio da parte del leader e senza la sua costante operatività, il gruppo dapprima rallenta, successivamente diverge dalle mete ed infine entra in una sorta di “caos improduttivo” dove tutti sembrano alacremente indaffarati, ma non ci sono reali risultati.

La domanda più importante: “cosa posso fare per ripartire subito?”

Generalmente, lei cosa fa quando si sente veramente “scarico?” I sistemi “fai da te” sono quelli più utilizzati, ma anche i più inefficaci: un po’ di shopping, una vacanza ristoratrice, parlare con qualcuno che se la passa peggio, incolpare le circostanze, aspettare che qualcosa succeda, ecc. Anche se molto diffusi, in realtà tutti questi “rimedi” non fanno altro che trascinare chi li adotta in un vicolo cieco. Ogni istante trascorso così, corrisponde ad un’occasione perduta per agire efficacemente contro lo stress distruttivo indotto dalle circostanze sfavorevoli.

Quando la carica emotiva positiva a disposizione del leader è veramente esigua, egli tenderà a “giustificare e arrendersi”. Questo atteggiamento si manifesta accettando passivamente la scarsità di risultati, il perdurare delle criticità aziendali e le continue non esecuzioni

Anche i leader possono sperimentare la sensazione che le aspettative e le richieste del proprio ambiente lavorativo siano superiori alle loro attuali capacità di fronteggiarle. Anche i leader possono avere la necessità di essere “ricaricati” così da riguadagnare vigore e ottimismo, a questo scopo non serve pressoché a nulla “distrarsi” o posporre i problemi.

Un diverso approccio al problema

Il nostro invito è quello di investire alcuni minuti del suo tempo per utilizzare uno strumento in grado di valutare oggettivamente il suo attuale livello di vitalità come leader. È gratuito, disponibile qui ed è un efficace strumento per ricevere suggerimenti applicabili e soluzioni immediate.

L’indice di vitalità del leader la aiuterà ad analizzare la situazione corrente, a identificare le sfide più importanti e a conoscere le tecniche e gli strumenti più efficaci per rimettersi in moto subito; riprendere con ancora più slancio la sfida di definire obiettivi audaci e spronare il suo team.

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Questo periodo prolungato di crisi, recessione ed incertezza ha spento parzialmente molti leader facendoli sprofondare in uno stato di rassegnata attesa o di “stand by”.

In molte aziende i principali propulsori dell’impresa, gli imprenditori e i loro manager, hanno smesso di tracciare una strada e trainare i loro team e, in alcuni casi, si sono ritrovati anche a corto di idee applicabili ed iniziative concrete. Il ruolo di questi leader si è trasformato, seppur involontariamente, da “propulsori” a “spettatori”.

Restare ogni tanto in panne è normale. In un contesto economico sfavorevole, tanto più gli obiettivi sono ambiziosi, quanto più sarà probabile sperimentare grandi o piccoli fallimenti e incontrare difficoltà “insormontabili” in grado di generare demotivazione nei leader.

Ma un leader, quanto tempo può permettersi di restare in uno stato di “stand by” prima di rappresentare un freno ed una sorgente di rassegnazione per la sua organizzazione? La risposta è insita nel ruolo di una guida. Quanto tempo può resistere un gruppo senza una guida esperta durante una tormenta? Pochissimo tempo.

Per i leader c’è un tempo per delegare, un tempo per partecipare ed anche un tempo per attendere, ma questo è il momento in cui è necessario fare da guida, dare fondo a tutta la propria vitalità e a tutto il proprio carisma per infondere negli altri coraggio, senso di urgenza e volontà di agire. Qui ed ora servono il massimo livello di dedizione e perseveranza nell’ottenere e far ottenere gli obiettivi e le mete di gruppo. Senza questo tipo di approccio da parte del leader e senza la sua costante operatività, il gruppo dapprima rallenta, successivamente diverge dalle mete ed infine entra in una sorta di “caos improduttivo” dove tutti sembrano alacremente indaffarati, ma non ci sono reali risultati.

La domanda più importante: “cosa posso fare per ripartire subito?”

Generalmente, lei cosa fa quando si sente veramente “scarico?” I sistemi “fai da te” sono quelli più utilizzati, ma anche i più inefficaci: un po’ di shopping, una vacanza ristoratrice, parlare con qualcuno che se la passa peggio, incolpare le circostanze, aspettare che qualcosa succeda, ecc. Anche se molto diffusi, in realtà tutti questi “rimedi” non fanno altro che trascinare chi li adotta in un vicolo cieco. Ogni istante trascorso così, corrisponde ad un’occasione perduta per agire efficacemente contro lo stress distruttivo indotto dalle circostanze sfavorevoli.

Quando la carica emotiva positiva a disposizione del leader è veramente esigua, egli tenderà a “giustificare e arrendersi”. Questo atteggiamento si manifesta accettando passivamente la scarsità di risultati, il perdurare delle criticità aziendali e le continue non esecuzioni

Anche i leader possono sperimentare la sensazione che le aspettative e le richieste del proprio ambiente lavorativo siano superiori alle loro attuali capacità di fronteggiarle. Anche i leader possono avere la necessità di essere “ricaricati” così da riguadagnare vigore e ottimismo, a questo scopo non serve pressoché a nulla “distrarsi” o posporre i problemi.

Un diverso approccio al problema

Il nostro invito è quello di investire alcuni minuti del suo tempo per utilizzare uno strumento in grado di valutare oggettivamente il suo attuale livello di vitalità come leader. È gratuito, disponibile qui ed è un efficace strumento per ricevere suggerimenti applicabili e soluzioni immediate.

L’indice di vitalità del leader la aiuterà ad analizzare la situazione corrente, a identificare le sfide più importanti e a conoscere le tecniche e gli strumenti più efficaci per rimettersi in moto subito; riprendere con ancora più slancio la sfida di definire obiettivi audaci e spronare il suo team.

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